Il termine Talibé vuol dire allievo che studia il Corano.
La Maison des Enfants si occupa dei bambini Talibé tra i 4 e i 15 anni provenienti dai villaggi non solo del Senegal, ma anche del Mali, del Gambia, e delle due Guinee. I bambini sono affidati dalle famiglie ad un precettore coranico chiamato Marabout, maestro del Corano, e costretti a vivere lontani dalle famiglie nelle daara, le scuole coraniche, in condizioni spesso intollerabili.
Sono bambini privati dei diritti fondamentali, la loro istruzione è limitata ai precetti del Corano e sono costretti a mendicare. Se da un punto di vista religioso la raccolta dell’elemosina assume per l’Islam un valore pedagogico, perché utile ad imparare la virtù dell’umiltà, i privilegi garantiti dallo status di Marabout hanno fatto nascere un fiorente mercato di sfruttamento minorile, composto da figure di profittatori che poco hanno a che fare col reale insegnamento dei precetti religiosi. Nelle daara i Talibé vivono in situazioni di estrema indigenza, abbandonati a se stessi, senza cibo, privi di cure sanitarie, maltrattati e costretti in condizioni igieniche disastrose, obbligati a trascorrere gran parte della giornata per le strade a mendicare, esposti a pericoli e violenze.
Per quanto riguarda le condizioni di vita nelle scuole coraniche, negli ultimi anni diverse organizzazioni per la tutela dei diritti umani, tra Human Rights Watch e Amnesty International, hanno pubblicato una serie di rapporti che documentano cosa spesso accade all’interno di queste strutture. Oltre all’accattonaggio forzato, i talibé sono sottoposti ad abusi fisici nelle daara.